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 NewsLetter 

Blog collettivo fondato e coordinato da Nando Cianci - Anno VIII   -  2024

NICODEMO/2

PietàLa seconda parte delle riflessioni su Nicodemo: dalla tentata difesa dell' "agitatore popolare"  alla partecipazione alla sepoltura di Gesù. La questione della Sindone.

 

FIRMA PERPETUAIn questa seconda parte si tratterà dei restanti passi riguardanti Nicodemo. Nel cap.7, versetti 37-53, egli tenta di difendere il Salvatore, dopo un tentativo di arresto da parte delle guardie, ispirato dai sommi sacerdoti e dai farisei, per bloccarne la predicazione:

37Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa [detta delle Capanne], Gesù levatosi in piedi esclamò ad alta voce: "Chi ha sete venga a me e beva 38chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno". 39Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: infatti non c'era ancora lo Spirito, perché Gesù non era stato ancora glorificato.
40All'udire queste parole, alcuni fra la gente dicevano: "Questi è davvero il profeta!".41Altri dicevano: "Questi è il Cristo!". Altri invece dicevano: "Il Cristo viene forse dalla Galilea? 42Non dice forse la Scrittura che il Cristo verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide?". 43E nacque dissenso tra la gente riguardo a lui.
44Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso. 45Le guardie tornarono quindi dai sommi sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: "Perché non lo avete condotto?". 46Risposero le guardie: "Mai un uomo ha parlato come parla quest'uomo!". 47Ma i farisei replicarono loro: "Forse vi siete lasciati ingannare anche voi? 48Forse gli ha creduto qualcuno fra i capi, o fra i farisei? 49Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!". 50Disse allora Nicodèmo, uno di loro, che era venuto precedentemente da Gesù:51"La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?".52Gli risposero: "Sei forse anche tu della Galilea? Studia e vedrai che non sorge profeta dalla Galilea".  53E tornarono ciascuno a casa sua.

Questo secondo passo, si colloca durante la permanenza di Gesù a Gerusalemme per la festa delle Capanne (festa del raccolto), quando la Sua predicazione provoca ancora più agitazione nell'opinione pubblica, che si divide tra chi ne riconosce la validità profetica e l'autorità religiosa, e chi, come molti componenti farisei del Sinedrio (che, dunque, era certamente un tribunale, ma con i tratti politici tipici di un'assemblea di rappresentanza parlamentare), Lo considerava un pericoloso avversario e un agitatore popolare da sconfiggere e da incarcerare, per cui si prende come pretesto le accese discussioni di piazza, per mandarvi una pattuglia di guardie e metterLo così agli arresti.
La pattuglia ritorna però alla base senza prigioniero, e alla domanda dei mandanti: «Perché non lo avete condotto?», viene risposto, con imbarazzante semplicità e tranquillità, che “mai nessun uomo aveva parlato con l'autorevolezza di Gesù”, un riconoscimento, quasi una professione di fede, che costa loro, prima l'accusa di essersi fatti ingannare e poi addirittura una maledizione, che li colpisce insieme a quei farisei e capi del popolo sospettati di averGli creduto (una conferma che vi era nell'assemblea una corrente di minoranza più aperta e più tollerante).
A questa posizione intransigente, il nostro protagonista risponde, da esperto di diritto, contestandone la legittimità giuridica e quindi sostenendo la facoltà dell'indagato di essere ascoltato per far valere le proprie ragioni, come del resto prescrive la Legge.
A tali razionali considerazioni, vengono però purtroppo opposte non altrettante ragionevoli e valide considerazioni giuridiche, ma addirittura un pregiudizio geografico, secondo il quale un profeta non può venire dalla Galilea, una regione evidentemente giudicata troppo periferica per dare i natali a persone così autorevoli (la solita discriminazione delle periferie), nonché addirittura un'accusa personale di non conoscere le Scritture, una grave offesa per l’onore di un esperto. Ovvero la terribile banalità del male.
Nel cap.19, versetti 38-42, infine, Nicodemo partecipa attivamente alla sepoltura di Gesù, insieme a Giuseppe d'Arimatea:

38Dopo questi fatti, Giuseppe d'Arimatéa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. 39Vi andò anche Nicodèmo, quello che in precedenza era andato da lui di notte, e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre. 40Essi presero allora il corpo di Gesù, e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com'è usanza seppellire per i Giudei. 41Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. 42Là dunque deposero Gesù, a motivo della Preparazione dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino.

Questo è il passo più importante, in cui l'agire di Nicodemo costituisce un peso molto rilevante per la narrazione evangelica. Lo si vede partecipare alla sepoltura di Gesù, insieme al suo ormai dichiarato punto di riferimento, Giuseppe di Arimatea, a cui fornisce oltre 30 chili di preziosissimi e costosissimi aromi ed essenze funerarie (quasi 100 libbre di una miscela di mirra e aloe, con la libbra romana pari a 327,45 gr.), per la conservazione del corpo, come prescriveva il rituale ebraico, di derivazione egizia, prima dell'avvolgimento in bende.
Le conseguenze narrative di tali azioni sono notevoli, a cominciare dalla clamorosa messa in discussione dell'esistenza stessa della Sindone, cioè del lenzuolo che avrebbe avvolto il corpo di Gesù fino alla Resurrezione, di cui ci raccontano gli altri Vangeli, nella sepoltura in tutta fretta, a causa dell'imminente arrivo del riposo del sabato.
Ma se, in tal caso, si è visto come la contraddizione è solo apparente, perché il lenzuolo potrebbe benissimo essere stato usato per il trasporto fino al sepolcro (si rinvia, per tutti i particolari, ai nostri precedenti “pareri” Intorno al Vangelo di Giovanni e Quel funerale di sera a Gerusalemme), non si può dire lo stesso:
- per la collocazione del sepolcro, che negli altri Vangeli è scavato nella roccia e chiuso da un masso, mentre qui è situato all'aperto, in un giardino (non a caso molti pittori preferiscono ispirarsi a questa versione per le loro opere sulla Resurrezione di Cristo, come quelle di Raffaello o del Perugino);
- per la circostanza, riferita dai Vangeli sinottici di Marco, Luca e Matteo (si chiamano sinottici perché raccontano, a grandi linee, la stessa versione della biografia terrena di Gesù), secondo cui sarebbero state, invece, le pie donne a procurare e preparare quelle essenze da portare, il giorno dopo il sabato, al sepolcro e accorgersi così della Resurrezione.
Comunque, Nicodemo, con il suo gesto misericordioso e coraggioso, di estrema pietà umana (a nessuno, infatti, importava della sepoltura dei cadaveri dei condannati a morte per crocifissione), ha in qualche modo prefigurato la Resurrezione (con la conservazione del corpo di Gesù), poi divulgata dalla spiccata sensibilità del genio femminile, della sola Maria Maddalena, come si legge in Giovanni, o delle citate pie donne, negli altri Vangeli.

Nella foto: Giovanni Battista Cima da Conegliano (1459-1517), Cristo in pietà sostenuto dalla Madonna, Nicodemo e San Giovanni, Creative Commons (CC CY SA 3.0)

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