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Blog collettivo fondato e coordinato da Nando Cianci - Anno VI - Articoli di Aprile 2022
Nell’attuale affermarsi di un ordine cannibale (disinvolto, arrogante, vorace, irriflessivo, lontano dall’equilibrio generale delle cose) è ancora possibile avere l’utopia nel nostro orizzonte sociale?
Lebron, I polli sognano le aie, Tabula Fati, Chieti, 2022.Un libro che si situa nell’area del pensiero surreale, divergente, ironico, non convenzionale, colto.
Le biblioteche sono un fulcro di vita civile, specie in tempi in cui avvenimenti traumatici instillano reazioni irrazionali e divisorie. Il caso delle librerie di Gaza e della solidarietà che arriva dall’Italia.
La settima ed ultima puntata del Romanzo popolare. Quando Sara principiò a vivere la disperazione e poi, angelicando, rivide Alfredo. Che disse: «È tempo». Poi la guardò e...
La seconda parte di un viaggio in Irlanda, tra miraggi che compaiono nelle brume oceaniche, festose atmosfere di cittadine variopinte e siti archeologi di epoca preistorica.
Un articolo dell'aprile 2018 per riproporre, sulla scorta di Kant l'idea di una pace perpetua e di una terra che diventi finalmente una "casa comune". Il progetto più grande che l'uomo possa avere.
Le atmosfere drammatiche dell’Italia degli anni di piombo, della dignità difesa e della capacità di resistenza nelle canzoni di Lucio Dalla e Francesco De Gregori. Tra riflessioni private e valore politico.
Le drammatiche vicende del rapimento e dell’assassinio di Aldo Moro, le ricostruzioni, le interpretazioni e i punti di vista su di esse nei film italiani dei decenni successivi.
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A chi la pepina? A noi! L’italianizzazione di nomi, la fame dei partigiani, quando la panzanella divenne una leccornia. I cibi che hanno accompagnato la dittatura e i combattenti per la libertà.
La pelle delle mura di città è sempre stata intesa come una pagina dove depositare tracce di vissuto dei suoi abitanti nel tempo: graffiti, slogan della politica e dello sport, dichiarazioni, disperazione, denuncia.
In memoria di un uomo semplice e speciale, che teneva viva la memoria del paese con uno stile narrativo spontaneamente nutrito di echi del teatro classico antico.