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LA CIVILTÀ DEI LIBRI

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BRUNO1 contigianiLe biblioteche sono un fulcro di vita civile, specie in tempi in cui avvenimenti traumatici instillano reazioni irrazionali e divisorie. Il caso delle librerie di Gaza e della solidarietà che arriva dall’Italia.

Lo scorso maggio (2021), sul Corriere della Sera in un articolo di Davide Frattini, leggevo che in seguito ai bombardamenti israeliani su Gaza era stata distrutta una libreria, un articolo di Michele Giorgio su Il Manifesto, successivamente rettificava il numero, in realtà le librerie distrutte erano tre. Da anni cerco di soFIRMA CONTIGIANIstenere la lettura convinto che sia uno strumento che migliora la vita delle persone, lo faccio assieme a Ella e Muna, nelle carceri, negli ospedali, nelle scuole, estendendo un'iniziativa avviata molti anni fa che si chiama Leggevamo Quattro Libri al Bar, così penso che queste librerie vadano aiutate a ripartire, perché sono il fulcro della vita civile in ogni luogo. Nasce allora una raccolta fondi tra Vivere con Lentezza e Assopace Palestina di Venezia, rappresentata da Nara Ronchetti, una mia vecchia amica dei tempi dell'università; si tratterà di acquistare dei libri per consentire il riavvio delle attività attraverso una libreria di Gerusalemme loro fornitore tradizionale: soldi no, anche con le migliori intenzioni, come facciamo per i nostri progetti in India, preferiamo fornire strumenti e servizi, in luogo di banconote che non portano impressa la destinazione a cui devono essere dedicate. A noi si aggiungono piccole librerie come la Ellisbook di Milano, Luca Ambrogio Santini, Il libraio sottocasa di Milano e alcuni volontari della Biblioteca Carla Carloni di Ziano Piacentino.  Mi arriva immediatamente una lista di libri che potrebbero servire, romanzi e racconti. Non avrei mai STAMPANTE GAZAimmaginato che questa idea avrebbe prodotto fra le persone che conosco da anni e che normalmente frequento (purtroppo solo) sui social media una reazione contraria, in parte ostile e in parte derisoria: in pratica mi si accusa di propendere solo per i Palestinesi e nel peggiore dei casi di sostenere il terrorismo islamico, anche con giustificazioni abbastanza strane come il fatto che i missili israeliani (molto costosi, ma intelligenti) non sarebbero mai stati sprecati per colpire delle librerie, ma sicuramente dei santuari di armi. Fortunatamente la raccolta di fondi è proseguita e dopo incredibili difficoltà burocratiche e cambiamenti di programma siamo riusciti a regalare a una delle tre librerie (la maggiore aveva trovato direttamente finanziamenti molto cospicui, e una non aveva mai risposto alle mail) quella di Ramdan, una stampante professionale, grazie alla quale il libraio ha potuto riprendere anche la sua attività di editore di libri per ragazzi e scolastici. Evviva!
Una piccola osservazione a conclusione: in questi ultimi due anni la pandemia e la recente invasione dell'Ucraina da parte dell'esercito russo, hanno fatto un po' da setaccio delle reazioni delle persone, reazioni in alcuni casi inaspettate e irrazionali, all'insegna della divisione e della ricerca di schieramenti opposti e avversi: ho scoperto persone insospettabili che si sono dichiarate in modo risolutissimo contrarie alle vaccinazioni o sostenitori accaniti di Putin e altri pronti ad accusarti di filoputinismo al minimo accenno di ricerca di una riflessione sulla pace, purtroppo a questi due elementi ben più rilevanti devo aggiungere questo piccolo episodio, che ha come teatro un luogo, come tanti altri, dimenticato del mondo.
Mi scuso fin d'ora per la lunghezza di questo pezzo, ma come avrebbe detto Pascal: non avevo abbastanza tempo per scrivere una lettera più breve.