Questo sito utilizza i cookies per migliorare l'esperienza utente. Continuando la navigazione accetti l'utilizzo.

 NewsLetter 

Blog collettivo fondato e coordinato da Nando Cianci - Anno VIII   -  2024

NORMANDIA/2

RITABARTLa seconda parte del viaggio in Normandia ispira anche un excursus tra paesaggi e visioni letterarie e pittoriche di tanti artisti. Dalle scogliere di Étretat a Le Mont-Saint-Michel.

FIRMA BARTOLUCCIProseguendo nel percorso costiero della Normandia in direzione Ovest, lasciato ormai alle spalle il bel centro di Dieppe, le falesie vieppiù s’innalzano fino a toccare ragguardevoli altezze, al cui confronto la dimensione della figura umana appare insignificante. Se ne ha ben conto, avvicinandosi il più possibile ad esse, per sentirsi schiacciati, sopraffatti e al contempo protetti da tali giganti.
Rifulgono come specchi nel loro candore e inondano tutto il paesaggio di un particolare brillio che ha fatto guadagnare a questa parte di litorale la denominazione di alabastro.
ETRERATUna lucentezza non rimasta indifferente all’attenzione di tanti pittori, soprattutto impressionisti, che l’hanno catturata e abilmente ricreata in tele famose, segnando tappe importanti nella storia dell’arte.
Tant’è che il viaggio, a questo punto, diventa anche occasione per un breve excursus sulla visione del paesaggio in area estetica.

Difficile è infatti scindere l’immagine reale di Étretat e delle sue splendide scogliere modellate dall’erosione marina, dalle tante visioni pittoriche create da artisti di temporalità e sensibilità diverse.
Eugène Delacroix ne ha tratto materia per eccezionali acquerelli; Gustave Courbet ha esaltato quella natura con spirito romantico; Claude Monet l’ha figurata negli inconfondibili tratti dell’Impressionismo; Henri Matisse l’ha proposta nelle forme essenziali del Novecento.
Tutti, ciascuno a modo proprio, si sono lasciati coinvolgere dalla magia del luogo; non ne sono rimasti immuni anche illustri letterati quali Guy de Maupassant, che qui visse gli importanti anni dell’infanzia a contatto con una natura libera e selvaggia, facendola rivivere in alcune sue opere, e Maurice Leblanc che pure vi abitò a lungo e scelse la località come sfondo alle mirabolanti imprese del suo noto personaggio Arsenio Lupin, il ladro gentiluomo.
Il paese, stretto tra due alte falesie, d’Amont e d’Aval, arricchite da prodigiosi archi plasmati dal continuo andirivieni delle onde, è veramente grazioso con le tante case a graticcio. Un tempo semplice villaggio di pescatori, ma già famoso per le pregiate ostriche che andavano ad allietare le tavole dei reali francesi, oggi è un centro di grande turismo.
Sorprendenti sono i giardini posti sull’altura della falesia d’Amont, realizzati sin dai primi del Novecento. Originali per le forme ottenute con artistiche potature di arbusti e piante che riproducono sagome della natura marina e per le istallazioni scultoree, posizionate tra i cespugli in un’area definita delle Emozioni, di grandi volti umani finalizzati a rendere, nella mimica facciale, i più diversi sentimenti umani.
FECAMPUn’altra interessante località da non trascurare per bellezza naturalistica, importanza storica ed economica è Fécamp.
La città, già residenza dei Duchi di Normandia, è dotata di un pregevole patrimonio architettonico; vi s’impone per volumetria e decori il Palazzo Benedettino in stile neogotico. Ricco di guglie, torri e smerlature è adibito a distilleria. Vi si realizza uno squisito elisir di erbe, su un’antica ricetta di un monaco benedettino, che ha dato fama al sito e prosperità al produttore.  
Il prestigio del luogo resta comunque legato alla pesca d’alto mare, con rotte che si spingevano – fin quando il Canada l’ha permesso – verso l’isola di Terranova.
Il porto è quindi il fulcro del paese e dell’attività lavorativa. Bello anche soltanto da ammirare per i particolari frangiflutti in legno, pali conficcati in acqua e disposti a intreccio per interferire con la furia delle onde, che conferiscono a tutta la struttura l’immagine di un’antica fortificazione.
Il centro è da tempo divenuto un luogo turistico d’eccellenza e, insieme al piccolo e prezioso villaggio di Yport che gli dista soli sei Km, attira frotte di persone.
Il borgo – di soli pescatori nel passato e scelto poi come dimora da tanti artisti – alle basse case in mattoni o in pietra affianca storiche e prestigiose abitazioni. Le barche dai vividi colori, simili a una ridente fioritura sulla spiaggia candida di sassi, strappano continui scatti fotografici.

Proseguendo nel percorso costiero, un’altra piccola e preziosa città si appresta a dar stupore: è Honfleur.
Magnifica nel suo vecchio porto, arabescato dai tanti pennoni dei velieri, contro cui rimbalzano le facciate delle antiche case in pietra e i tetti neri di ardesia. Qui tutto è movimento! I pescatori scaricano cassette di guizzante pesce e i ristoratori, dei tanti locali distribuiti lungo il molo, se ne appropriano per trasformare l’argentea merce in succulento cibo. La bellezza del luogo è talmente forte da aver dato materia d’ispirazione a molti artisti.
Non si può certo lasciar questo territorio senza aver visitato Giverny: un piccolissimo borgo di campagna, un po’ internato rispetto alla costa, posizionato sulle rive della Senna, non molto distante da Parigi.
Il villaggio, come tanti altri della zona, è di per sé un gioiello di serenità bucolica profusa dal ridente contesto agreste, fatto di dolci colline, frutteti e giardini.
MONT SAINT MICHELЀ assurto a notorietà dacché il pittore Claude Monet lo scelse come  stabile dimora e da esso trasse forte ispirazione per realizzare opere di intenso fascino coloristico. La sua stessa casa rosata dalle persiane verdi appare quale deliziosa fioritura immersa in un fantastico giardino, cui Monet dedicò amorevoli cure personali, e che immortalò con ricca tavolozza nella magia della luce.

Come ultima tappa del viaggio mi piace soffermarmi su una località, nota a molti per averla direttamente visitata o anche soltanto vista da immagini di libri e documentari: Le Mont-Saint-Michel.
Diverse volte mi è capitato di trovarmici ma, per la gran ressa dei turisti, non sono mai riuscita ad apprezzarla appieno. Soltanto in un’occasione, fuori dai canonici tempi di vacanza, posso dire di averla davvero vista in tutta la sua potenza e magnificenza.
Ѐ un monte molto speciale che spunta in un’ampia baia e, per effetto delle maree qui gigantesche tanto da raggiungere i 14 metri di dislivello delle acque, diviene un isolotto assediato dalle onde. Lungo le sue pareti circondate da mura medievali si snoda un borgo – fitto di botteghe fintamente artigianali con in vendita paccottiglie di ogni genere – che culmina nell’abbazia benedettina, fondata nel VIII secolo e successivamente ampliata e modificata, dedicata all’Arcangelo, di cui la roccaforte porta il nome.
L’abbazia è una meraviglia architettonica che in sé ingloba più ambienti e stili. Alquanto suggestivo è il chiostro, uno spazio che invita al raccoglimento e alla meditazione, così come spingerebbe a fare l’intera situazione paesaggistica se non violata da un sovraccarico di presenze, spesso anche indiscrete.
La baia immensa sfuma nel colore grigio dell’acqua e della sabbia e con la nebbia, consueta al luogo, tutto si nullifica; restano solo il rombo incalzante della marea che inesorabilmente avanza e il battito del cuore che “si spaura”.

Le foto (nell’ordine):
Étretat è pixabay.com
Fécamp è creative commons.org
Le Mont-Saint-Michel è pixabay.com

2.fine.
Per leggere la prima parte cliccare qui

 

Per inserire un commento devi effettuare il l'accesso. Clicca sulla voce di menu LOGIN per inserire le tue credenziali oppure per Registrati al sito e creare un account.

© A PASSO D'UOMO - All Rights Reserved.