Guido Barbujani e Andrea Brunelli, Il giro del mondo in sei milioni di anni, il Mulino, Bologna, 2018, pp. 198, € 15,00.
Siamo sempre stati irrequieti e non abbiamo fatto altro che migrare, da quando siamo sulla Terra. Ereditando, in ciò, una caratteristica già presente nei nostri progenitori. Che sono in movimento, per così dire, da circa sei milioni di anni; da quando, cioè, cominciarono a scendere dagli alberi. Mentre la nostra specie, la cui origine pare possa datarsi a 200.000 anni fa, in Africa, cominciò in seguito a spargersi per il globo, spinta da instabilità climatiche che rendevano le prime terre abitate sempre più aride e inospitali.
A ricostruire le tappe del peregrinare umano e l’origine stessa dell’uomo hanno sempre lavorato studiosi di diverse discipline, fra i quali si sono inseriti nei tempi più recenti i genetisti, forti dei progressi della loro scienza che consentono di studiare i DNA antichi e le loro sequenze. Le risposte che essi, insieme agli antropologi, hanno dato sono svariate. Qualche volta anche contraddittorie.
A metter un po’ d’ordine in questo campo vasto e affascinante interviene ora il libro di Guido Barbujani e Andrea Brunelli, genetisti dell’Università di Ferrara, che ci fanno accompagnare nel viaggio da una guida immaginaria, Esumim, una sorta di testimone oculare di tutto il cammino dell’umanità. Un cammino che è impresso nel nostro DNA e che comincia, per quanto ci riguarda, circa 60.000 anni fa, ricostruito nelle sue varie tappe da questo libro che ci conduce attraverso la nascita dei vari ominidi e del genere Homo, dandoci conto anche della letteratura scientifica sull’argomento e delle diverse interpretazioni si cui sono stati oggetto i dati emersi dalle ricerche. E delle nuove domande che ad ogni scoperta si aprono.
Un lavoro che vede nel procedere dell’uomo non il formarsi di diverse “razze” ma un mescolarsi continuo di popolazioni attraverso il loro continuo movimento, dettato dallo sfuggire a condizioni climatiche avverse, carestie e difficoltà varie. Nella ricerca, diremmo oggi, di migliori condizioni di vita. E alimentato, forse, anche da curiosità e desiderio di scoperta che da sempre ci accompagnano e che hanno fatto incontrare nei millenni geni, lingue, culture.
Un racconto che può aiutarci, genealogicamente, anche a comprendere il punto cui siamo approdati oggi e, forse, qualcosa del possibile cammino che ci attende ancora.
Un racconto godibile anche per i non addetti ai lavori, costruito -oltre che con il rigore scientifico- con un linguaggio chiaro e accessibile, che non disdegna pizzichi di ironia. (n.c.)