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NICODEMO

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Cristo e NicodemoLa figura del capo giudaico “moderato” e il suo rapporto con Gesù, iniziato sui diversi registri del concreto e del simbolico. Le aspettative del fariseo e la "delusione" del suo interlocutore.

 

FIRMA PERPETUAIn questo articolo si punteranno i riflettori su un personaggio che si incontra solo nel Vangelo di Giovanni, ossia quel Nicodemo che si ritrova almeno in tre passaggi chiave della vicenda in esso raccontata e che qui si cercherà di focalizzare meglio abbozzandone un ritratto. I tre passi narrano rispettivamente il colloquio notturno con Gesù, nel cap.3, la difesa della Sua persona di fronte ad un tentativo di arresto, nel cap.7, e la partecipazione alla Sua sepoltura, nel cap.19.
Ma prima di iniziare dettagliatamente il commento di ciascun passo, ricapitoliamo i tratti più significativi della personalità di Nicodemo, che da essi si ricavano indirettamente:  - innanzitutto, viene definito "uno dei capi dei Giudei" e collocato “tra i farisei", ciò significa che si tratta di un soggetto comunque colto, residente a Gerusalemme, di un capo politico ebraico, esperto di diritto e teologia, appartenente alla corrente più ortodossa del pensiero religioso del proprio tempo che, come si sa, desiderava un ritorno, in verità più formale che sostanziale, alle rigide prescrizioni della Legge mosaica;
- il fatto poi, che il colloquio con Gesù avvenga di notte, indica, però, la volontà di dare riservatezza a quel gesto, il che presuppone un atteggiamento diverso da quello di feroce opposizione nei confronti della predicazione del Nazareno, tenuto dagli altri farisei, un'apertura mentale estremamente significativa, sia in caso di una propria iniziativa personale, sia, come sembra più probabile, in caso di incarico per una mediazione da parte di un gruppo di farisei più moderati all’interno del Sinedrio, di cui forse faceva parte insieme a Giuseppe di Arimatea, come sembra risultare, per quest’ultimo, da almeno due Vangeli su quattro;
 - inoltre, il suo intervento in difesa di Gesù, come si vedrà, durante le riunioni intercorse per decidere l'atteggiamento da tenere di fronte alla Sua predicazione,  indica appunto la sua appartenenza al Sinedrio, ossia a quell'assemblea di 70 membri che assisteva il sommo sacerdote, con compiti giudiziari, ma anche politici e di rappresentanza presso il potere di Roma, probabilmente in quel gruppo di principi laici, forse provenienti dalle città principali del regno di Israele, in qualità di esperti giuridici.
All'interno di questo gruppo, però, faceva parte proprio di una corrente più moderata e prudente rispetto alla predicazione rivoluzionaria, nonché all’atteggiamento da tenere verso di essa, di Gesù di Nazaret che, con i suoi miracoli, alimentava pericolose speranze in un popolo ebraico esasperato dai tributi e dalla prepotenza dei Romani e simpatizzante per le bande di Zeloti, partigiani o terroristi secondo i punti di vista.
VANGELO GIOVANNISi passa ora ad analizzare i tre brani in cui il nostro protagonista parla e agisce, poi si vedrà in quale contesto.
Nel cap.3, versetti 1-21, Nicodemo ha uno strano colloquio con Gesù (si riportano qui solo i versetti 1-11, per brevità, ma anche per i motivi che si diranno in seguito):

 1C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei. 2Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: "Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui". 3Gli rispose Gesù: "In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio". 4Gli disse Nicodèmo: "Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?". 5Gli rispose Gesù: "In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. 6Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. 7Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto. 8Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito". 9Replicò Nicodèmo: "Come può accadere questo?". 10Gli rispose Gesù: "Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose? 11In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza.

 Il colloquio di Nicodemo con Gesù, si svolge nel primo anno della Sua predicazione pubblica, quando sale per la prima volta a Gerusalemme per la Pasqua ebraica, mettendosi subito in evidenza per un gesto sicuramente rivoluzionario e, come si direbbe oggi, antisistema, quale la cacciata dei mercanti dal Tempio.
La prima cosa di cui va ad accertarsi Nicodemo nel suo colloquio fortemente voluto, appunto di propria iniziativa o su incarico altrui, è valutarne, per così dire, l'affidabilità politica, riconoscendolo esplicitamente come valido interlocutore, ma chiedendogli subito, anche se implicitamente, l'appoggio per il progetto di ricostituzione del regno ebraico.
Ma Gesù delude immediatamente le aspettative politiche di Nicodemo, da una parte mettendo in luce chiaramente tali aspettative, che erano rimaste nascoste, in un certo senso in modo disonesto, visto che il nostro protagonista non aveva parlato affatto di regno, e dall'altra, chiarendo che, non di regno terreno e politico si tratta, considerato che per vederlo (e quindi farne parte), bisogna addirittura "rinascere dall'alto".
Si verifica, a questo punto, quella diversità di piani di comunicazione e di contesti di riferimento, che abbiamo già notato in altre occasioni, per esempio nel commento all'incontro con la Samaritana, ossia, mentre Nicodemo rimane ancorato al significato concreto e letterale del rinascere, tanto che contesta l'irrazionalità dell'espressione, visto che non si può uscire una seconda volta dal grembo materno, Gesù passa subito al piano simbolico e figurato, intendendo una rinascita spirituale, che significa  anche una nuova consapevolezza di sé, una nuova visione del mondo e soprattutto una nuova libertà personale, che viene paragonata “al vento che soffia dove, come, quando e quanto vuole”, e che si riflette, a pensarci bene, anche sullo stesso piano politico, visto che non si può sovrapporre completamente la visione, e la conseguente dottrina sociale e politica cristiana, a nessuna di quelle (specialmente liberalismo e comunismo), che si sono finora confrontate nella cultura dell'ultimo secolo. Il passo prosegue poi:
- con la delusione di Gesù nel constatare come il suo interlocutore e i suoi colleghi non riescano a comprendere la Sua predicazione e la Sua missione, pur avendone la cultura teologica;- con la riflessione che, se ognuno può testimoniare solo quello che sa o ha visto e che nessuno è salito al cielo per sapere le intenzioni di Dio, si può allora davvero avere fiducia in Chi dal cielo è disceso per farcele conoscere;
- con la riproposizione della caratteristica principale della Sua missione, ossia quella di salvare il mondo per mezzo della fede nella propria persona, in quanto Figlio di Dio;
- e, infine, con l'affermazione che chi non crede, è già stato condannato perché non ha creduto nella Luce che è venuta nel mondo, per restare nelle tenebre delle proprie convinzioni (ossia, fuor di metafora, anche nella possibilità di cambiare e migliorare se stessi e gli altri), riprendendo così, guarda caso, una delle espressioni principali del Prologo del Vangelo di Giovanni.
In verità però, queste ultime affermazioni sembrano essere, più che il discorso diretto di Gesù, il frutto della riflessione a posteriori del personaggio o del narratore evangelico (una spia di ciò potrebbe essere, all'interno del versetto 11, il passaggio brusco dalla prima persona singolare di "in verità ti dico" alla prima plurale di “noi parliamo") considerato anche che, nei codici antichi, la punteggiatura non era certo riportata, come quella di oggi e che, quindi, è sempre difficile stabilire i confini tra discorso diretto e quello indiretto; ecco perché si è deciso, oltretutto, di riportare solo i primi versetti del passo stesso.  

   (1.continua)

 

Nella foto in alto: Jacques Jordaens (1593-16789, Gesù insegna a Nicodemo, Creative Commons (CC BY 3.0)