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A TEMPO DI VALZER

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TEATRO DELLOPERALa prima parte di un viaggio a Vienna, città dal doppio volto, che incarna il meglio del passato mentre s’appresta a un futuro d’avanguardia. E dove il piacere della musica si può vivere in luoghi maestosi.

 

RITABARTQuando si dice Vienna la musica aleggia già nell’aria, tutto pare librarsi in danza e sciogliersi in movenze fluide, leggiadre, vorticose e poi pacate, tal quale l’acqua del Bel Danubio blu; che, a dire il vero, tanto blu non è; quanto piuttosto limacciosa e un bel po’ grigiastra, proprio com’essa appare a un FIRMA BARTOLUCCIocchio superficiale e disincantato, ma… pronta a trasfigurarsi sotto uno sguardo innamorato o artistico. Amore e arte, si sa, hanno il gran potere di cogliere e mostrare l’invisibile. Inoltre, va anche precisato, che è persino incerto chi abbia attribuito il seducente titolo alla famosa composizione di Johann Strauss junior.
Comunque le cose siano andate, vien quasi spontaneo sostenere che il Valzer sia l’anima più autentica della terra austriaca: semplice ballo contadino inizialmente, tacciato d’immoralità ai suoi esordi presso i ceti nobiliari e abbienti per via dell’impudica vicinanza dei corpi, assurto infine a simbolo di sfarzo e libertà.
Certo si è che suoni e volteggi hanno contribuito a fare della città un mito inebriante e appassionante, costringendola tuttavia, e al contempo, entro un’immagine unidimensionale, enfatica e piuttosto riduttiva.
La curiosità a scoprirne aspetti più reconditi mi ha quindi condotto nel cuore dell’Europa; là dove essa spicca col suo superbo passato e forte di un presente che ben sa stare al passo con i tempi.
Ha conosciuto i fasti di un impero vasto e prestigioso – di cui è stata nobile capitale – ed oggi, seppure in un territorio di più modeste dimensioni, continua a svolgere, a vari livelli, un’importante funzione guida presso altri stati che in essa vedono realizzato un intelligente modello di sviluppo. 
Ѐ la città dagli opposti volti, che trovano ordine e collocazione nel ricco suo tessuto storico e culturale. Progressista e conservatrice, tradizionale e innovativa, Vienna incarna il meglio del passato mentre s’appresta a un futuro d’avanguardia. Ai primi del secolo scorso ha rivestito un ruolo di autentico protagonismo nel panorama culturale europeo e, per estensione, mondiale.
Ha ospitato o dato i natali ai più famosi intellettuali che, con il loro pensiero, hanno aperto nuovi orizzonti nel campo della ricerca scientifica, filosofica e artistica. Nomi come quelli di Karl Popper, Ludwig Wittgenstein, Ludwig Boltzmann, Konrad Lorenz, Sigmund Freud – senza allungare oltremodo l’elenco – resteranno pietre miliari nel cammino della conoscenza.
GrosserSaaleMa soprattutto per la musica la città è popolarmente famosa, di cui è stata ed è patria indiscussa, grazie ai tanti illustri compositori ed esecutori che le hanno dato fama. Mahler, Schubert, Haydn, Beethoven stesso che, pur nativo di Bonn, vi visse a lungo, Schӧnberg che rifondò il linguaggio musicale e Johann Strauss, artefice delle più coinvolgenti musiche da valzer, sono solo alcuni dei tanti personaggi che vi agirono con opere rimaste immortali.
Di conseguenza, orgoglio della città sono i teatri e le sale da concerto, alcuni di storico prestigio come il Musikverein e il Teatro dell’Opera, dove si tengono durante tutto l’anno, specie in concomitanza delle festività natalizie, rappresentazioni musicali e di danza classica dei migliori corpi di ballo al mondo. Anche alcune chiese, quelle barocche di Sant’Anna e San Carlo e la suggestiva cattedrale gotica di Santo Stefano, divengono spesso luogo e occasione per vivere dal vivo il piacere della musica.
In uno dei miei viaggi nella città, ho avuto modo di visitare – purtroppo fuori da programmi concertistici – la Sala d’Oro del centro Musikverein. Ѐ stata un’esperienza emozionante trovarmi in un luogo di così grande e raffinato sfarzo, un vero e proprio scrigno dorato, quale sacra dimora per la musica che ho immaginato vibrare tra gli splendidi arredi.
All’uscita dall’imponente palazzo in stile neoclassico, data la stagione invernale, fiocchi di neve hanno aggiunto un ulteriore tocco di magia al prezioso contesto, rivestendo la città di toni intimi e raccolti. Mi sono dovuta fare forza per trattenermi dal salire su Cattedrale Santo Srefanouna delle carrozzelle turistiche che percorrono le vie del centro, anzi – ad essere sincera – la cosa mi è stata vivamente sconsigliata e, da ultimo, proibita da un’altrui presenza che ne ha giustamente colto tutto l’aspetto kitsch. Il divieto, per me che già sentivo lo scalpiccio degli zoccoli del cavallo sul selciato e vedevo scorrermi a fianco la città, mi ha lasciato un senso di grande incompletezza che spero di colmare in futuri momenti. Il “buon gusto”, talvolta, si rivela di notevole inciampo al piacere, ed inoltre: una carrozza a Vienna è ineludibile come lo zucchero sulla torta!
Essendo amante della natura in genere e, degli animali in specie, non mi sono certo lasciata sfuggire una visita alla Scuola di Equitazione Spagnola, la più antica al mondo con sede nel prestigioso Palazzo di Hofburg, dove ho potuto assistere a strabilianti esercizi di addestramento dei famosi cavalli Lipizzani. È stato stupefacente vedere le armoniose movenze di quegli animali al suono di brani di musica classica; non erano da meno dei più acclamati ballerini! Inoltre, l’arena invernale in cui agiscono ha la sontuosità di un vero e proprio teatro. Il tutto mi ha fatto scordare i miei anni “elevati”, restituendomi a uno stato di pura gioia infantile.
Palazzo della SecessioneMa, se a Vienna la musica la fa da padrona, non sono certo da meno le altre arti. Ѐ importante ricordare che proprio qui è nato – tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento – il forte movimento rinnovatore della Secessione, che ha determinato un radicale cambiamento di stile e di pensiero nelle varie forme d’espressione. A promuoverlo sono stati pittori ed architetti tra cui Gustav Klimt, Egon Schiele, Josef Hoffmann e Otto Wagner.
Con le loro opere hanno arricchito la città, dando un concreto esempio del nuovo gusto estetico, rapidamente diffusosi nelle principali città europee. Ne è testimonianza la progettazione e travagliata realizzazione – per via delle due guerre mondiali – di alcune stazioni della metropolitana, con i bei padiglioni realizzati da Otto Wagner, secondo lo stile dell’Art Nouveau. Ma soprattutto nel Palazzo della Secessione – sede stessa del movimento e luogo di esposizione di opere dell’avanguardia viennese – si evidenziano gli elementi costitutivi delle nuove tendenze. L’edificio, di grande impatto visivo per il candore in cui è tinteggiato, è sobrio ed essenziale nelle linee, tanto da anticipare le forme dell’architettura modernista, e al contempo richiama il fascino esotico dell’Oriente. L’unico motivo di opulenza estetica – fattore espressivo di rilievo per la nuova corrente artistica – è affidato alla suggestiva cupola rivestita da dorate foglie d’alloro, simpaticamente denominata dai Viennesi il cavolo d’oro.

1.continua

 

Nelle foto:
Teatro dell’Opera, creativecommos.org (CC BY SA 4.0)
GrosserSaal, creativecommos.org (CC BY SA 4.0)
Cattedrale di Santo Stefano, creativecommos.org (CC BY SA 4.0)
Palazzo della Secessione, creativecommos.org (CC BY SA 4.0)